Prima di lasciarvi alla storia volevo presentarvi lo stemma dei McKinnon.
L'intestazione appena sotto la corona recita la seguente frase in latino: Si spiritus aperire secreta, iam ne iis aperiendi culpa arboribus venti.
Tradotta in italiano, essa, sta a significare:
Se riveli al vento i tuoi segreti, non devi poi rimproverare al vento
di rivelarli agli alberi.
Se ricordate, nel prologo, vi avevo detto che i McKinnon, da tradizione, erano Corvonero ;)
Vi lascio al capitolo.
Buona lettura...
9. La spia
«Matt? Se ti faccio vedere una cosa mi prometti che non lo dici a
nessuno?» disse Marlene, prendendo il fratello per mano e trascinandolo lontano
dagli amici, nell'altro salone.
«Perché, di solito spiffero quello che mi dici ai quattro venti? E comunque, qualsiasi cosa tu voglia dire, ricordati cosa dice l'intestazione dello stemma dei McKinnon.» rispose
Matthew.
«Lo so cosa dice e mi fido di te. Ma non devi nemmeno arrabbiarti.»
«Che hai combinato?» la strega rise.
«Nulla. Guarda.» Marlene sfilò la camicetta dalla gonna e abbassò
lievemente il bordo di quest’ultima. Sul fianco destro, in basso, vicino alla
sporgenza dell’anca c’era una piccola S gotica e nera.
«Oh Godric! È…?»
«Sì!» la strega ridacchiò e si risistemò. «È bellissimo, vero?» domandò
poi.
«Ma sei impazzita?» la sgridò Matthew, bonario.
«Sirius ha una M. Lo abbiamo fatto insieme.» spiegò euforica, sorridendo al ricordo.
«Se lo sapesse papà.»
«Hai promesso!»
«Veramente no, comunque tranquilla... Lo sai che mantengo le mie "promesse".» sorrise Matt.
«Se non eri mio fratello ti sposavo, lo sai?» il mago rise.
«Certo. Torniamo di là, prima che si accorgano della nostra assenza.»
«L’altro giorno mi sono dimenticato
di darti una cosa.» disse Sirius, alzandosi dal letto e inginocchiandosi per
guardarvi sotto.
«Cosa?» si incuriosì Marlene
sporgendosi anche lei per vedere giù.
Erano le sette e mezza di sera e la
strega e il mago avevano cenato assieme e poi si erano sdraiati sul letto per
rilassarsi un po’.
Il sabato si rivelò una giornata
rilassante che fece da stacco a tutti gli impegni che avevano riempito la
settimana precedente. La sera del compleanno dei gemelli, poi, avevano
organizzato una sorta di festicciola a casa McKinnon ed erano stati tutti
assieme.
«Non è qui. Ma perché do retta a
James e alle sue stupide idee?» domandò Sirius, più a sé stesso che ad altri.
«Ah, non lo so.» ridacchiò Marlene,
sdraiandosi a pancia in giù e muovendo ritmicamente le gambe.
«Sono tre giorni che mi gironzola per
casa! All’inizio non mi si avvicinava perché aveva paura, e a me non piaceva
nemmeno. Poi però mi ci sono messo a parlare in versione Padfoot ed ora credo
di stargli un po’ più simpatico. È un fesso.» precisò il Black alzandosi in
piedi ed uscendo dalla stanza. Anche la ex Corvonero lo seguì.
Lo vide in cucina: stava prendendo
una scatola verde da uno degli stipetti sopra al piano cottura.
«Ma se non ti piaceva perché lo hai
preso?» ridacchiò Marlene.
«James diceva che tanto lo dovevi
tenere tu, quindi non mi riguardava.» spiegò il mago scuotendo la scatola così
da fare rumore.
Qualche minuto dopo, dalla porta
sullo stipite della quale era ancora poggiata Marlene, entrò un piccolo micetto
bianco e peloso.
«Ma che carino!» esclamò la strega,
abbassandosi per prenderlo fra le braccia.
«Chissà dove si infila quando non è
sotto al letto.» rifletté il Black, lasciando che alcuni croccantini cadessero
sul tavolo dove Marlene stava poggiando il gatto.
«Gli hai già dato un nome?» chiese la
strega.
«No. Fallo tu. Muffin lo hai già
usato per l’altro gatto.» le ricordò.
«Sì. Muffin secondo non mi piace.
Meglio Brioche o Gelatina?»
«Brioche.»
«Perfetto. Si chiama Brioche.»
«Comunque, l’altro giorno, Max mi ha
presentato la sua fidanzata.»
«Summer?» chiese Marlene.
«Sì. Non me ne avevi parlato.»
«Max non ne aveva parlato a noi,
quindi…»
«Ma si sposano ad Aprile.» Marlene
annuì.
«Summer aspetta un bambino.» la
scatola che il ragazzo stava per posare cadde a terra.
«Incinta?» chiese, abbassandosi per
raccoglierla.
«Sì.»
«Credo che sia ora di prepararsi. La
riunione inizia alle otto.» concluse il Black.
Da quando le attività ad Hogwarts
erano riprese, le riunioni si facevano a casa di Malocchio.
«Alla buonora. Sempre gli ultimi, i
McKinnon e Black.» commentò Moody, burbero.
«Ei,
non generalizzare!» fece Max.
«Warmtail?» chiese Sirius, scrutando
nella piccola folla che occupava il salone.
«Sta poco bene e non è potuto
venire.» rispose Remus.
«Okay. Cominciamo. Kingsley ci ha
portato i nomi di alcuni Mangiamorte che si trovavano allo scorso attacco a
Diagon Alley, quando erano di guardia lui e Dearbone. Kingsley?» l’uomo si avvicinò
a Malocchio e sistemò sul tavolo le foto che stringeva tra le mani.
Il resto dell’Ordine si alzò e
circondò il piano.
«Lucius Malfoy. Purosangue.
Impossibile da accusare a meno che non venga colto in fragrante.» disse Dorcas,
puntando il dito su una delle foto accanto a lei.
«Bellatrix Black in Lestrange. Anche
lei Purosangue.» disse Sirius, indicando un ritaglio di giornale accanto a lui.
«Avery e Mulciber.» proferì Mary,
indicando altri due scatti.
Marlene scrutò tutte le foto, una ad
una, soffermandosi su alcuni volti che ricordava di aver incrociato spesso
lungo i corridoi di Hogwarts ma solo una foto riuscì a catturare la sua
attenzione più delle altre.
«Oddio. Quello è…?» si allontanò dal
tavolo involontariamente, muovendo alcuni passi in dietro e si sentì morire,
incurante degli sguardi di tutti puntati su di lei.
«Marlene, quello è…?» cominciò Matt,
prima di guardare sua sorella con sguardo preoccupato. La strega riuscì solo ad
annuire, senza che nemmeno un fiato uscisse dalle sue labbra.
Il lunedì seguente il San Mungo
sembrò a Marlene molto più affollato del solito. Controllò spesso che la sua
sciarpa tenesse ben nascosto il ciondolo e passò gran parte della mattinata a
sistemare i fascicoli della settimana passata.
«Marlene?» la chiamò il Guaritore. La
strega sobbalzò e le cartelle le caddero di mano mentre si appiattiva contro lo
scaffale.
«È tutto okay?» domandò Jake.
«S-sì. Le serve qualcosa?» rispose
affannata, dapprima balbettante poi troppo frettolosa.
«C’è una ragazza che chiede di essere
visitata da te. È un banale controllo di gravidanza: vorrebbe sapere se il
bambino è maschio o femmina. L’incantesimo è semplicissimo e sono sicuro che
riuscirai a cavartela da sola. C’è qualcosa che non và?» Marlene raccolse
frettolosamente le cartelle e le poggiò sulla scrivania poi scosse nuovamente
la testa.
«Dove posso trovare questa ragazza?»
chiese, cercando di essere il più sicura possibile.
«All’ingresso. Puoi visitarla anche
qui.» Jake le sorrise poi andò via.
La strega ricambiò il sorriso e tirò
un sospiro di sollievo.
«Ciao Marlene. Scusa se sono venuta
senza preavviso ma ho approfittato dell’assenza di tuo fratello.» la salutò
Summer, sorridente.
«Tranquilla. Vieni, andiamo in
ufficio. Come mai non hai voluto Max accanto in un momento così?» domandò,
guardandosi attorno più del necessario.
James era seduto accanto ad una donna
di mezza età con una bambina di pochi anni, e teneva il Profeta davanti al viso.
«Non so se voglio sapere se è maschio
o femmina e credo che tuo fratello non mi darebbe la possibilità di scegliere,
per quanto è curioso.» ridacchiò Summer.
«Capisco.» rispose Marlene. Continuò
a guardarsi alle spalle lungo tutte le scale fino a quando, una volta arrivata
al quarto piano, non notò Matthew seduto qualche porta più in là rispetto al
suo ufficio, nella medesima posizione di James al piano terra.
Respirò profondamente e lasciò che
Summer entrasse prima di lei così da poter ricambiare lo sguardo che suo
fratello le stava lanciando.
«Allora, Summer.» cominciò più
rilassata, una volta chiusa la sua porta. Almeno durante la visita era sicura
che nessuno sarebbe entrato. Sperò che durasse tanto. «Cominciamo?» domandò
poi.
«Sì. È la prima volta che faccio una
visita per la gravidanza qui. Sono stata dalla dottoressa di mia mamma, una
Ginecologa Babbana.» spiegò la giovane, senza nascondere l’ansia.
«Tranquilla, non è nulla di
particolarmente speciale. È bello, più che altro. Vedrai il piccolino a colori,
in tempo reale, in una polla che si formerà qua. Per farlo, però, ho bisogno
che tu mi tenda un attimo il braccio sinistro, dalla parte del polso.» spiegò
Marlene, sorridendo.
«D’accordo. Mi fido di te.» ridacchiò
Summer, facendo come l’altra le aveva chiesto.
Marlene fece toccare la vena
azzurrognola del polso con la punta della sua bacchetta e recitò a voce bassa la formula dell'incantesimo: «Ego enveniet vitam.»
Quando la sollevò, lì dove aveva toccato si formò una sorta di filo
luminoso rosa che, quando la ex Corvonero agitò la bacchetta, andò a creare una
bolla fluttuante.
«Wow!» esclamò Summer, guardando
l’immagine di suo figlio prendere forma nella bolla.
«Eccolo. Questo puntino che vedi
muoversi è il cuore mentre il fagiolino è… Il bambino.» spiegò Marlene,
sorridendo.
«È piccolissimo.» disse l’altra, con
gli occhi umidi.
«Vuoi sapere se è maschio o femmina?»
«Tu già lo sai, vero?» intuì Summer.
«Sì. Allora?»
«Tu vorresti saperlo?»
«Io già lo so.» rise la ex Corvonero.
«Sì ma se fosse tuo vorresti
saperlo?» Marlene si fermò a riflettere.
«Ti direi di no ma so già che quando
sarò incinta lo vorrò sapere.» rispose, sincera.
«Lo voglio sapere, allora.» decise
Summer.
«Mmm… Perdiamo tempo: tu cosa pensi
che sia?» rise l’altra.
«Secondo me è Maschio.»
«Pensavo che le donne incinte
avessero intuito riguardo al sesso del bambino.» rise Marlene.
«È femmina?»
«Sì.» Summer gridò e abbracciò la
futura cognata che ancora rideva.
«Sono felicissima! Toglimi una
curiosità: come fai a vederlo?»
«In realtà è molto semplice ed è
impossibile da non notare: quando ho fatto l’incantesimo si è creato un filo
luminoso, te lo ricordi?» chiese Marlene.
«Sì.»
«Era rosastro. Se era un maschio era
azzurro. Visto? È semplicissimo.» concluse la giovane.
«È vero! Il problema è che adesso, se
vorrò avere un altro bambino, saprò se è maschio o femmina.» risero entrambe.
Mentre Summer stava per congedarsi
bussò alla finestra un gufo che stringeva tra le zampe una pergamena
arrotolata.
Marlene aprì i vetri e lasciò che
l’uccello notturno posasse la lettera tra le sue mani, prima di andarsene.
«Aspetta un secondo, Summer.» disse,
prima di aprirla.
Cara Marlene,
so che sarai impegnata, soprattutto dopo quello che abbiamo scoperto alla
riunione di sabato. Spero che stia andando tutto bene. Sono sicura che James,
Matthew, Remus e Sirius non si muovano mai di lì, per controllare.
So quello che mi attende. Mi hanno promesso che mi troveranno e so già
che succederà. Non ho paura di morire, sappilo.
Solo che vorrei parlarti. Vengo da te stasera, è importante.
Tua,
Mary
Buon giorno :)
Oggi sono andata volontaria all'interrogazione di fisica ed è andata bene u.u
Vi lascio allo SPOILER:
Okay! Mi rendo conto che come spoiler fa un po schifo xD Non vi ho detto assolutamente nulla perché sennò si perde il bello del prossimo capitolo ^^
Come vi ho detto ieri, il 10 arriverà forse venerdì (se mi ricordo XD), con due giorni di anticipo da EFP :) Ma prima di andarmene volevo lasciarvi con una domanda: qualcuno di voi ha capito chi è la spia?
Buona giornata a tutti :*
Buon giorno :)
Oggi sono andata volontaria all'interrogazione di fisica ed è andata bene u.u
Vi lascio allo SPOILER:
Quando la porta suonò, Marlene lasciò
i due piccioncini a godersi in tempo reale la loro creaturina di sette
settimane e mezza e corse alla porta.
«Mary, entra.» la accolse.Okay! Mi rendo conto che come spoiler fa un po schifo xD Non vi ho detto assolutamente nulla perché sennò si perde il bello del prossimo capitolo ^^
Come vi ho detto ieri, il 10 arriverà forse venerdì (se mi ricordo XD), con due giorni di anticipo da EFP :) Ma prima di andarmene volevo lasciarvi con una domanda: qualcuno di voi ha capito chi è la spia?
Buona giornata a tutti :*
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