martedì 2 ottobre 2012

Buondì :D
Sono a casa con una cretina u.u 
Her name is...... CRISTINA!!
Muhahahahahhaha
Okay :)
Buona lettura...

8. Il compleanno dei gemelli

Sirius si Materializzò di buon ora davanti al cancello in ferro battuto. Lo sguardo delle due statue a forma di corvo con le ali aperte, in piedi su una palla di marmo, lo scrutava dall’alto. Sbuffò.
Ma chi glielo aveva fatto fare di dare retta a James, si chiese mentre batteva ritmicamente il piede a terra.
Aprì il cancello e camminò a testa alta e con le mani in tasca fino al portone in legno. Bussò.
«Sirius? Che ci fai qui a quest’ora del mattino?» domandò Maximilìan, cordiale.
«Marlene dorme?» tagliò corto il Black, vagamente in soggezione.
«Sì. Vieni, ti presento anche la mia fidanzata. Sei fortunato perché papà è uscito appena qualche minuto fa.» il maggiore dei fratelli McKinnon accompagnò l’amico in salone dove una ragazza con lunghi capelli castani era impegnata a spalmare della marmellata su un toast.
«Buongiorno.» salutò lei, sorridente.
«Ciao.» ricambiò Sirius.
«Lei è Summer. Marlene ti avrà detto che ci sposiamo questo Aprile, no?» spiegò Max.
«No, non mi ha detto nulla.»
«Si sarà scordata.»
«Probabile. Vado da lei, allora. A dopo.» salutò il Black prima di uscire dalla stanza, diretto alla camera della ex Corvonero.
Sirius aprì la porta socchiusa ed entrò cercando di fare meno rumore possibile.
Marlene era sdraiata al centro del grande letto a baldacchino, il lenzuolo candido che le copriva parte del corpo e la coperta lilla che, invece, era scivolata sul pavimento durante il sonno.
Il Black sorrise involontariamente poi si avvicinò a lei. Aveva i capelli biondi sparsi su tutto il cuscino e le mani chiuse a pugno accanto al viso.
Gli dispiaceva svegliarla. Lui personalmente, il giorno del suo compleanno, avrebbe voluto dormire fino a tardi. Così, visto che era un po’ stanco anche lui, si appoggiò accanto a lei. Il letto di Marlene era comodo e spazioso e il respiro regolare della ragazza gli diede un senso di pace e tranquillità che lo portò a socchiudere gli occhi nel giro di pochi minuti.
Li riaprì non appena il corpo accanto a lui si mosse. La guardò.
Marlene aprì gli occhi lentamente e la luce che entrava dalla portafinestra aperta l’accecò costringendola a richiuderli. Si stropicciò le palpebre e le riaprì più lentamente. Sorrise alla vista del suo ragazzo sdraiato accanto a lei.
«Buongiorno.» squittì, melensa.
«’Giorno. Buon compleanno.» rispose Sirius, sorridendole sghembo.
«Grazie. E tutto questo romanticismo da dove arriva, Black?» scherzò lei.
«Edizione limitata, McKinnon.» Marlene ridacchiò. «Cosa vuoi fare oggi?» le domandò poi.
«Mmm… Non lo so. Tante cose: una cosa stupida, una cosa divertente, una cosa folle, una cosa dolce, una cosa strana e una cosa bella.» rispose la ragazza, tirandosi leggermente su e poggiando la testa su una mano, così da guardare Sirius dall’alto verso il basso.
«Come sei complicata.» commentò il Black.
«Cosa vogliamo fare di stupido?» lo ignorò Marlene.
«Non lo so. Dove vuoi andare?»
«Lontano da tutto.»
«E che vuoi fare di folle?»
«Hai presente tutti quei libri dove i protagonisti si buttano da altissime scogliere? Voglio farlo anche io.» ridacchiò la strega.
«Questo è stupido, non folle.»
«Okay. Allora andare lontano è una cosa folle.» disse, sorridendo.
«Mi aspetto un bellissimo regalo di compleanno, sai?» proclamò Sirius, scatenando l’ilarità generale.
«Cosa faremo di dolce?»
«Avrei un’idea ma non è dolce. Forse è da inserire nelle cose stupide, o al massimo è strano.»
«Me lo dici?»
«Dopo. Adesso preparati. Vado a fare gli auguri a tuo fratello.» il Black le si avvicinò e le diede un bacio sulle labbra poi uscì dalla stanza.
Marlene si ricompose velocemente. Quel risveglio l’aveva resa felice e più allegra del solito.
Visto che avevano deciso di andare lontano si sarebbe preoccupata di sfruttare la data per andare in un posto un po’ più caldo, così mise un vestito lungo fino al ginocchio, leggermente scollato e nascose il ciondolo dentro al foulard intonato alle scarpette basse.
Quando scese in salone trovò Summer – che aveva dormito da loro – comodamente seduta in braccio a Max mentre Matt, Sirius chiacchieravano e suo padre fumava un sigaro poco più in là.
«Auguri Lene.» fece Matt mentre sua sorella lo abbracciava e gli dava un bacio sulla guancia.
«Anche a te. E fanno diciotto!» ridacchiò la ex Corvonero.
Dopo che tutti ebbero fatto gli auguri ai due gemelli, Sirius e Marlene uscirono di casa.
«Dove potremmo andare?» chiese la strega.
«Vuoi caldo, no? Una volta, con i Potter siamo stati in Grecia per qualche giorno. Non è che ricordi tutti i posti dove siamo stati ma un vicolo dietro alla spiaggia mi piacque particolarmente. Io e James ci mettemmo a scrivere sul muro perché di lì non passava nessuno. Che dici?» propose Sirius, fermandosi prima del cancello. Meglio non uscire dagl’incantesimi di protezione.
«Grecia? Questo si che è folle!» rise Marlene.
Il Black le tese la mano e, una volta fuori, si Smaterializzò portando la ragazza con sé.
Il vicolo dove arrivarono era luminoso, costeggiato da mura di case bianche tranne per qualche scritta colorata.
«Se non sbaglio si esce di là.» disse Sirius, pensieroso.
Marlene lo seguì lungo la strada fino a quando questa non si aprì su una più grande, sul mare.
«Senti che bello, non fa freddo!» Sirius rise e la baciò.
«Depenna la cosa folle. Quale vuoi fare adesso?»
«Credo che tu voglia riservare la cosa dolce o strana che sia, quella che non mi hai voluto dire, per ultima. Quindi…  una cosa divertente.» disse Marlene, euforica.
«D’accordo. Facciamo un giro.» l’ex Grifondoro la prese di nuovo per mano e camminò con lei verso una delle stradine che portavano verso la via principale del villaggio.
«Prendiamo un gelato?» fece Marlene, strattonandolo per farlo fermare.
«Okay.»
Nel giro di qualche minuto, i due si stavano rincorrendo con il resto del gelato che, per farselo assaggiare a vicenda, aveva finito per macchiarli entrambi.
«Hai cominciato tu.» gridò la strega, ridendo.
«Disse quella che aveva spalmato tutto il suo gelato sui pantaloni del ragazzo!» la prese in giro Sirius, man mano che la raggiungeva. Marlene rise di nuovo.
«Touché.» squittì poi.
«Presa! Adesso dovrai implorare il mio perdono.» disse il Black, caricandosi la ragazza in spalle.
«Non ci penso neanche.» rise la McKinnon.
«Possiamo depennare le figure penose, mia cara. Comunque fino a quando non mi chiederai scusa per i pantaloni, potrai restare lì.»
«Fai pure, tanto sto comoda. E comunque non c’erano cose penose nella mia lista.» ridacchiò Marlene.
«Stai comoda, eh?» Sirius se la tolse di spalla e la fece cadere a terra, nella sabbia, per poi cominciare a farle il solletico. La strega gridò e si dimenò fino a quando le lacrime non le lucidarono gli occhi.
«Scusa, scusa, scusa.» urlò fra le risate.
«Va bene. Ora puoi depennare le cose divertenti.» esclamò il Black, sorridendo trionfante.
«Guarda lì: la scogliera. È perfetta, no? Ci sono anche dei tizzi buffi che si stanno tuffando quindi non deve essere particolarmente pericoloso.» disse Marlene, alzandosi e ricomponendosi.
«Sì, vai. Ti aspetto qua.»
«Non dire sciocchezze. Vieni!» la strega lo prese per un braccio e lo trascinò fino alla strada dove il ragazzo si arrese e camminò accanto a lei di sua spontanea volontà.
«Ho cambiato idea: non mi butterò mai da qua su!» disse Marlene qualche decina di minuti più tardi. Sirius rise.
«Non è così alto. Paura?»
«Sì. Tanta paura. Dai, ci sono tante cose stupide che possiamo fare, non vedo perché dovremmo fare proprio questa che più che stupida è tremendamente paurosa. Saranno quindici metri!»
«Non dire sciocchezze: sono poco più di sei metri. E comunque è stata la prima cosa che hai proposto tu! Su, pronta al tuffo?»
«No, non mi voglio buttare. Ti giuro che ho tantissima paura.»
«Lo so che sei una fifona.» Sirius ammucchiò le loro cose accanto ad una pietra poi, con un incantesimo, le rese invisibili a sguardi indiscreti.
«Potremmo farci una nuotata!» propose Marlene.
«Sì, certo. Ma ora buttati.»
«Nei libri non sembra così pauroso.»
«Certo, sono libri! E poi non è così pauroso come dici: sei tu che sei fifona!» insistette.
«Non sono fifona.»
«E invece si. Ti fa paura tutto ma questo è banale, puoi farlo persino tu.»
«Sei antipatico.» la strega incrociò le braccia sotto al seno e posò le scarpe che ancora teneva in mano, accanto alle altre cose. Posò anche il Foulard. Se doveva buttarsi, si sarebbe buttata stringendo la collanina, così sarebbe stata sicura di non perderla.
«Ti sbrighi? Tanto basta un incantesimo per tornare asciutti e Materializzarsi qui appena ci siamo scocciati di stare in acqua.» disse Sirius.
«Ho ancora paura.» disse Marlene mentre il cuore le scoppiava in petto.
«Sarò clemente. Ti concedo il permesso di tenermi per mano.» ghignò il Black, tendendo il braccio verso di lei. La strega intrecciò le sue dita a quelle di lui poi tirò un lungo respiro.
«Pronta?» domandò Sirius quando entrambi furono vicinissimi alla soglia della scogliera.
«E se finisco su uno scoglio?»
«Muori.»
«Cosa?»
«Dai, Lene. Vedi scogli qui sotto?» Marlene scosse la testa.
«No.» disse poi.
«Allora al mio tre. Uno… Due…» il mago fece pressione sulla mano della ragazza e la tirò verso il basso nello stesso momento in cui anche lui cadeva verso l’acqua.
Marlene tenne stretta la mano di Sirius e una scarica di adrenalina le impedì di urlare, facendole soffocare ogni tipo di gemito. Portò scaltra la mano alla collana e tenne stretto il ciondolo fino a quando lo stomaco non le salì in petto e l’aria le manco per qualche istante, poi l’impatto con l’acqua e la presa della mano del ragazzo che diminuiva fino a cessare del tutto.
Aprì gli occhi sott’acqua. Era tutto blu e attorno a lei mille bollicine parevano danzare e creare un alone più chiaro. Il ciondolo era ancora lì così batté diverse volte i piedi fino a quando la superficie dell’acqua non divenne del colore del sole e poi l’ossigeno tornò ad invaderla. Anche Sirius era uscito dall’acqua nello stesso momento e se la rideva allegramente guardando il viso di Marlene.
«Sei un perfido bastardo! Avevi detto fino a tre.» gridò la strega, schizzandogli dell’acqua.
«Non importa. Non immagini che faccia avevi quando ti sei accorta che stavi per tuffarti.» il Black rise ancora.
Il compleanno di Marlene fu una giornata allegra e spensierata che volò subito. Così, prima che se ne rendessero conto il sole stava già tramontando.
«È tardi, vogliamo andare?» chiese Marlene, accoccolandosi a Sirius, sdraiati su uno scoglio.
«Sì. Prima dobbiamo passare da una parte.»
«D’accordo.»
Sirius la condusse lungo una strada costeggiata da un muretto che li separava dal mare e da una schiera di tipiche casette bianche.
«A pensarci meglio è anche una cosa tremendamente stupida, e folle, e cretina oltre che strana.» disse Sirius non appena si furono fermati davanti una delle case chiare.
«Sbaglio o qui fanno tatuaggi?» domandò la ex Corvonero, sorridendo divertita.
«Già.» rispose il Black.
«Può essere anche dolce se il signor Black non ha paura di avere una M stampata sulla pelle.» lo stuzzicò Marlene.
«Il signor Black, mi cara McKinnon, non ha paura di niente. Spero che tu sappia già dove volere una S, tesoro.» ribatté il Black, a tono.
«Puoi consolarti pensando che, male che va, basta una stupida pozione e qualche incantesimo, per rimediare.» rise la strega.


Ari-Saaaaaaaalve :D
Come state?
Questo è il penultimo capitolo dopo di che pubblicherò con più lentezza :D 
E..... SPOILER:

Marlene scrutò tutte le foto, una ad una, soffermandosi su alcuni volti che ricordava di aver incrociato spesso lungo i corridoi di Hogwarts ma solo una foto riuscì a catturare la sua attenzione più delle altre.
«Oddio. Quello è…?» si allontanò dal tavolo involontariamente, muovendo alcuni passi in dietro e si sentì morire, incurante degli sguardi di tutti puntati su di lei.

Me ne vado :P

Buona giornata ^^

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